Attacco di Panico – S.O.S.- Cosa fare

L'attacco di panico

 

Gilberto è un giovane di 27 anni, ha terminato gli studi all’università in giurisprudenza e da qualche mese collabora nello studio di un amico di famiglia. Una mattina, mentre si reca a lavoro e rimane intrappolato nel traffico, riceve la notizia che suo padre sta molto male e deve essere ricoverato d’urgenza in ospedale. Vorrebbe correre ma deve aspettare un po’ prima che di trovare una strada secondaria per evitare l’ingorgo. Aumenta la velocità, rischia un incidente e quando arriva in ospedale, il padre è già in terapia intensiva per un arresto cardiaco. Momenti di grande dolore e preoccupazione per tutta la famiglia che Gilberto cerca di gestire nel migliore dei modi, rassicurando tutti e alleggerendo la pesantezza di quelle ore di attesa. In breve tempo il padre ritorna alla vita di tutti i giorni e così pure Gilberto, ma solo apparentemente perché si sente in un continuo stato di allerta. Controlla di nascosto ogni gesto del genitore, teme che possa scatenarsi un altro arresto cardiaco e inizia ad ascoltare anche il battito del suo cuore e se…avesse problemi anche il suo..?. Elimina gli sforzi fisici, interrompe l’attività sportiva e fa tutta una serie di analisi per sentirsi più tranquillo. Tutto a posto.
Passano le settimane, ancora lavoro e ancora il traffico della mattina, ma questa volta ha un appuntamento importante e vorrebbe arrivare in anticipo. Guarda le macchine che imbottigliano la sua e si sente d’improvviso soffocare, apre il finestrino, il cuore inizia a battere veloce, vorrebbe scappare e lasciare la sua macchina lì ma non può e, intanto, si sente accaldato e sudato in tutto il corpo, anzi, inizia ad avvertire dei dolori al petto e una sensazione di nausea e di vertigine…….teme di morire e chiede aiuto. Viene portato al pronto soccorso. Diagnosi: “E’ solo un attacco di panico”. “Solo”? E’ invece l’inizio di una sofferenza e di una insicurezza che piano piano si infiltrano in tante pieghe della giornata e si diffondono a macchia d’olio fino a bloccare ogni attività che precedentemente veniva svolta in modo spensierato.
La paura di un altro attacco di panico, di perdere il controllo e di morire, condizionano ogni momento e ogni iniziativa. Gilberto ha paura di risalire in macchina, e se va da solo a lavoro fa giri lunghissimi per evitare il traffico, ha paura di salire in ascensore, di trovarsi ad una quota elevata, inizia a sudare se si trova in un ambiente chiuso o in un locale affollato, non partecipa più a spettacoli né si reca allo stadio, non può uscire senza i farmaci che lo sedano, rinuncia a viaggi lunghi, preferisce dormire a casa e spostarsi solo se nelle vicinanze c’è un ospedale….
L’esperienza di questo giovane è, in forme diverse, comune a molte persone ed è più frequente di quanto si possa pensare.

Che cos’è un attacco di panico?

E’ la comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il suo picco in pochi minuti e durante i quali si verificano alcuni di una serie di sintomi (DSM 5):
Palpitazioni e tachicardia, Sudorazione, Tremori o scosse, Dispnea o Senso di soffocamento, Sensazione di asfissia, Dolore al petto, Nausea o disturbi addominali, Vertigini o sensazione di svenimento, Brividi o vampate di calore, Parestesie ( torpore e formicolio), Sensazioni di irrealtà o essere distaccati da se stessi, Paura di perdere il controllo o di impazzire, Paura di morire.
Fra le soluzioni immediate al disturbo di panico, che sul momento sembrano efficaci, c’è l’evitamento: fuggire o evitare la situazione che genera ansia. Si avrà l’impressione di sperimentare qualche attimo di sollievo e si avvertirà la sensazione di controllare la situazione temuta, ma alla successiva occasione la paura sarà aumentata perché ogni paura non affrontata si ingigantisce e la gestione dell’ansia sarà sempre più una perdita di controllo.
Altra modalità molto comune è affrontare sì, ma non da soli, cercare il sostegno e la presenza di qualcuno che possa dare soccorso in caso di emergenza. In entrambe i casi, più che di soluzioni si potrebbe parlare di tentate soluzioni, in quanto il disagio non si risolve, viene solo rimandato nel tempo, anzi, aumenta e viene persino confermato. Per esempio, il farsi sempre accompagnare da una persona cara o di fiducia, conferma che non si è capaci di affrontare e gestire una situazione, si è quindi veramente malati e, soprattutto, non si è più autonomi. Anche la presenza di un farmaco sempre con sé non rende autonomi ma aumenta l’ansia nel pensare cosa potrebbe accadere se il farmaco venisse a mancare proprio quando se ne ha più bisogno.

Come superare un attacco di panico?

Se i risultati delle tentate soluzioni sono controproducenti è necessario utilizzare delle strategie efficaci che consentano alla mente di uscire da quel circolo vizioso in cui è andata ad incastrarsi.
Il percorso psicoterapeutico che consente di superare il disturbo di panico non è lungo, spesso sono sufficienti un numero limitato di sedute, circa una decina, per eliminare la sintomatologia, gestire l’ansia e riacquistare una buona autonomia. Insieme alle sedute è richiesto sempre l’impegno personale e l’esecuzione di semplici “compiti” o esercizi che ci allenano ad affrontare il panico.
Si possono utilizzare anche percorsi più lunghi in cui si elaborano dinamiche più nascoste e del profondo fino ad acquisirne maggiore consapevolezza e ad integrarle in un equilibrio armonico con i contenuti della personalità globale.
Superare l’attacco di panico è liberarsi da una corazza che intrappola la mente e soffoca ogni iniziativa, è riprendere a sorridere sereni e riappropriarsi della vita.

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